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La storia della Bibbia e il suo stile nel racconto sono unici rispetto ad ogni altro testo religioso…

Storia della Bibbia – chi ha scritto la Bibbia?

La Bibbia fu scritta da 40 autori in un lasso di tempo di 1500 anni. Al contrario degli altri testi religiosi, la Bibbia è scritta come un resoconto veritiero di eventi, posti, persone, e dialoghi reali. Storici ed archeologi hanno ripetutamente confermato la sua autenticità.

Tramite lo stile di scrittura e la personalità tipica di ogni autore, Dio ci mostra chi è, e cosa vuol dire conoscerlo.

Nella Bibbia c’è un messaggio centrale perpetuato da tutti i 40 autori che l’hanno scritta: Dio, che ci ha creati, desidera avere un rapporto personale con noi. Ci chiama a conoscerlo ed a fidarci di lui.

Non solo la Bibbia ci ispira, ma ci parla anche di Dio e della vita. Sebbene non possa rispondere a tutte le nostre domande, ci dà comunque una risposta a molte di loro. Ci mostra come vivere con uno scopo e con compassione, come rapportarci agli altri, ci incoraggia ad affidarci alla forza di Dio ed ai suoi consigli, e al suo amore per noi. La Bibbia ci parla anche di come ottenere la vita eterna.

Diverse prove supportano l’accuratezza storica della Bibbia e la paternità divina della stessa (Di seguito ci sono le diverse sottosezioni dell’articolo, se vuoi leggerne una in particolare).

In che modo l’archeologia supporta la veridicità della Bibbia?

Nonostante l’archeologia non possa provare che la Bibbia sia la parola di Dio scritta per noi, può comunque (e lo fa) comprovarne la veridicità storica. Le scoperte degli archeologi hanno confermato nomi di ufficiali del governo, re, città, e festival menzionati nella Bibbia, anche in casi in cui gli storici non pensavano che tali posti e persone esistessero. Per esempio, il Vangelo di Giovanni ci parla della guarigione di uno storpio da parte di Gesù nei pressi della piscina di Betzaeta. Il testo descrive addirittura i cinque portici che portavano alla piscina. Gli studiosi dubitavano dell’esistenza della piscina, fino a quando degli archeologi non ne scoprirono i resti che giacevano 12 metri sotto terra, completi dei cinque portici descritti nel testo1.

La Bibbia contiene un’enorme quantità di dettagli storici, per cui non tutto ciò che vi è menzionato è stato già trovato dagli archeologi. Ad ogni modo, nessuna scoperta archeologica ha mai messo in discussione ciò che viene testimoniato dalla Bibbia2.

Ecco invece cosa ci dice il giornalista Lee Strobel sul Libro di Mormon: “L’archeologia non ha mai confermato ciò che viene raccontato nel Libro di Mormon riguardo ad eventi che sarebbero accaduti tempo fa nelle Americhe. Ricordo di quando scrissi allo Smithsonian Institution per chiedere di qualche prova che supportasse ciò che viene sostenuto dal Mormonismo, e la loro risposta, in termini univoci, fu che i suoi archeologi non vedono ‘nessun nesso diretto tra l’archeologia delle Americhe e il tema centrale del libro’”. Gli archeologi non hanno mai identificato le città, le persone, i nomi, ed i posti menzionati nel Libro di Mormon3.

Molti degli antichi luoghi citati da Luca negli Atti del Nuovo Testamento sono stati identificati grazie all’archeologia. “In tutto, Luca cita trentadue Paesi, cinquantaquattro città, e nove isole senza errore alcuno”4.

L’archeologia ha inoltre confutato diverse teorie infondate che riguardano la Bibbia. Per esempio, una teoria che ancora si insegna in alcune università, asserisce che Mosè non avrebbe potuto scrivere il Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia) in quanto ai tempi la scrittura ancora non esisteva.
In seguito invece gli archeologi scoprirono il Codice di Hammurabi. La stele nera “era incisa in caratteri cuneiformi e recava, nel dettaglio, le leggi di Hammurabi. Era successiva a Mosè? No! Era pre-moseica. Non solo, ma fu scritta addirittura prima dei tempi in cui visse Abramo (2000 a. C.). Precede le scritture di Mosè di addirittura tre secoli.”5.

L’archeologia, quindi, ha confermato ripetutamente la veridicità storica della Bibbia.

Per approfondire, clicca qui per vedere un grafico con alcune delle scoperte archeologiche più importanti.

La Bibbia è cambiata durante il tempo, o abbiamo ciò che fu scritto originariamente?

Alcuni sono dell’idea che la Bibbia sia stata tradotta “così tante volte” fino a venire corrotta dalle diverse traduzioni. In effetti potrebbero avere ragione, se solo le traduzioni venissero fatte da altre traduzioni. Ma, invece, le traduzioni sono fatte da testi di partenza originali in Greco, Ebraico, ed Aramaico, che si basano su migliaia di vecchi manoscritti.

La veridicità dell’Antico Testamento fu confermata da una scoperta archeologica del 1947, nei pressi di quella che oggi è la litoranea occidentale d’Israele. I ‘Rotoli del Mar Morto’ che contenevano i testi sacri del Vecchio Testamento, erano 1000 anni più vecchi di ogni manoscritto sino ad allora in nostro possesso. Quando si confrontano i manoscritti con i Rotoli, di 1000 anni più vecchi, la concordanza tra i testi avviene nel 99,5% dei casi, e il restante 5% si riferisce a piccole variazioni nell’ortografia e nella struttura delle frasi che comunque non ne alterano il significato.

Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, è il documento antico più affidabile che l’umanità possegga. Esistono migliaia di copie del Nuovo Testamento, tutte risalenti più o meno allo stesso periodo in cui fu scritto il testo originale. Infatti, siamo più sicuri che il Nuovo Testamento sia rimasto così come è stato scritto in origine dai suoi autori, di quanto non lo siamo degli scritti attribuiti a Platone, Aristotele, o dell’Iliade di Omero.

Clicca qui per un confronto tra il Nuovo Testamento ed altri testi antichi.

Sono affidabili i racconti su Gesù contenuti nei Vangeli?

Ognuno dei quattro autori del Nuovo Testamento ha scritto la propria biografia della vita di Gesù. Ci si riferisce alle storie sulla vita di Gesù col nome di Vangeli, ovvero i primi quattro libri del Nuovo Testamento. Chi ci dà la sicurezza che tali biografie sulla vita di Gesù siano accurate?

Quando gli storici cercano di capire se una biografia sia affidabile o meno, si pongono la seguente domanda: “Quante altre fonti riportano gli stessi dettagli sulla vita di questa persona?”. Il lavoro funziona in questo modo: immagina di star raccogliendo diverse biografie relative alla vita di John F. Kennedy. Molte di queste potrebbero descrivere la sua famiglia, i suoi anni alla Casa Bianca, il modo in cui ha gestito la Crisi dei missili di Cuba, e quasi tutte le biografie riportano eventi simili. Ma che accadrebbe, se, invece, trovassi una biografia che dice che Kennedy ha vissuto per dieci anni in Africa come prete? Le altre biografie dicono invece che il Presidente ha vissuto per tutta la sua vita in America. Un qualsiasi storico con del buon senso opterebbe invece per le biografie che concordano l’una con l’altra riguardo gli eventi che raccontano.

Per quanto riguarda Gesù, troviamo diverse biografie che concordano sui fatti che raccontano? Sì!
Di seguito vengono riportati alcuni dati sulla vita di Gesù, e la collocazione di ogni evento all’interno delle biografie.

  Matteo Marco Luca Giovanni
Nacque da una vergine 1:18-25 1:27, 34
Nacque a Betlemme 2:1 2:4
Visse a Nazareth 2:23 1:9, 24 2:51, 4:16 1:45, 46
Fu battezzato da Giovanni Battista 3:1-15 1:4-9 3:1-22
Fece miracoli di guarigione 4:24, ecc. 1:34, ecc. 4:40, ecc. 9:7
Camminò sull’acqua 14:25 6:48 6:19
Sfamò cinquemila persone con
quattro pani e due pesci
14:7 6:38 9:13 6:9
Insegnò alla gente comune 5:1 4:25, 7:28 9:11 18:20
Si intratteneva con gli emarginati 9:10, 21:31 2:15, 16 5:29, 7:29 8:3
Si oppose all’élite religiosa 15:7 7:6 12:56 8:1-58
L’élite religiosa tramò la sua uccisione 12:14 3:6 19:47 11:45-57
Fu consegnato ai Romani 27:1, 2 15:1 23:1 18:28
Fu frustato 27:26 15:15 19:1
Fu crocifisso 27:26-50 15:22-37 23:33-46 19:16-30
Fu sepolto in un sepolcro 27:57-61 15:43-47 23:50-55 19:38-42
Resuscitò ed apparve ai
suoi seguaci
28:1-20 16:1-20 24:1-53 20:1-31

Due delle biografie contenute nei Vangeli furono scritte dagli apostoli Matteo e Giovanni, uomini che conoscevano Gesù personalmente, e che viaggiarono con lui per più di tre anni. Gli altri due libri furono scritti da Marco e Luca, vicini agli apostoli. Tali autori ebbero una testimonianza diretta degli eventi che raccontarono. Le prime chiese cristiane accettarono questi quattro Vangeli perché il loro contenuto concordava con ciò che già si conosceva riguardo la vita di Gesù.

Quindi, i Vangeli sono come articoli riguardo a delle notizie, racconti veritieri di eventi quotidiani, ognuno visto dalla prospettiva di ogni autore. Ogni descrizione è caratteristica del proprio autore, ma i fatti concordano. Questi quattro libri ci informano riguardo specifici nomi geografici e dettagli culturali che sono stati confermati anche dagli archeologi.

Clicca qui per un assaggio da uno dei Vangeli.

Gli storici confermano ciò che la Bibbia dice su Gesù?

La Bibbia racconta che Gesù di Nazareth fece diversi miracoli, fu giustiziato dai Romani, e che resuscitò. Diversi storici del mondo antico avvalorano i racconti della Bibbia sulla vita di Gesù ed i suoi seguaci:

Cornelio Tacito (55-120 D.C.), uno storico della Roma del primo secolo, è considerato uno degli storici più minuziosi del mondo antico6. Un estratto dagli scritti di Tacito ci racconta che l’imperatore Nerone “inflisse le torture più ricercate ad una classe di persone […] chiamata Cristiani. […] Cristo , dal cui nome deriva quello di questa classe, fu sottoposto alla pena maggiore sotto Tiberio, per mano di uno dei nostri procuratori, Ponzio Pilato7 […]”

Tito Flavio Giuseppe, uno storico giudeo (38-100 D.C.), scrisse di Gesù nel suo libro Antichità Giudaiche. Grazie a Tito Flavio, “sappiamo che Gesù era un uomo saggio, che compì imprese sorprendenti, che predicò a tanta gente e si guadagnò dei seguaci anche nelle fila greche e giudaiche, che lo si credeva il Messia, che fu accusato dai capi giudaici, che fu condannato per essere crocifisso sotto Ponzio Pilato, e che si pensava fosse resuscitato8”.

Svetonio, Plinio il Giovane, e Tallo scrissero a loro volta delle preghiere dei Cristiani e delle persecuzioni a loro inflitte. I racconti di questi storici sono coerenti con ciò che ritroviamo nella Nuovo Testamento.

Addirittura il libro ebreo del Talmud, sicuramente non di parte nei confronti di Gesù, concorda con la gran parte degli eventi che vengono raccontati riguardo la sua vita. Il Talmud “ci racconta che Gesù nacque come figlio illegittimo, che attrasse a sé dei discepoli, che affermava cose blasfeme sulla sua persona, che fece dei miracoli – ma che questi miracoli erano da attribuire alla stregoneria e di certo non a Dio9”.

Questa informazione è importante, soprattutto se consideriamo il fatto che la gran parte degli storici del mondo antico si concentravano su capi politici e militari, di sicuro non su misteriosi rabbini provenienti dalle province più lontane dell’Impero Romano. Nonostante ciò, molti storici ebrei, greci, e romani dell’epoca classica confermano ciò che viene detto nel Nuovo Testamento nonostante la loro posizione da non credenti.

Ci sono contraddizioni nella Bibbia?

L’idea che la Bibbia sia piena di contraddizioni, nonostante questa sia portata avanti da alcuni, è un mito da sfatare. Il numero di possibili contraddizioni all’interno della Bibbia è in realtà piccolissimo, se confrontato con la sua portata e le sue dimensioni. Se è vero che delle contraddizioni esistono, queste dovrebbero essere trattate come curiosità, non come calamità, perché non vanno ad intaccare nessun dogma o evento.

Una delle possibili contraddizioni potrebbe essere la seguente: Pilato ordinò che venisse affisso un cartello (latino I.N.R.I., Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum10) sulla croce dove Gesù venne crocifisso. Tre dei Vangeli parlano di ciò che venne scritto sul cartello:
Matteo: Questo è Gesù, il rei dei giudei;
Marco: Il re dei giudei;
Giovanni: Gesù di Nazareth, il re dei giudei.
L’unica cosa in cui differiscono le frasi è il modo in cui sono scritte. La cosa importante, comunque, è che tutti e tre gli apostoli descrivono l’evento nello stesso modo, ovvero che Gesù fu crocifisso. Tutti concordano su questo fatto. Ci dicono anche che il cartello fu messo sulla croce, ed il senso della frase è lo stesso in tutti i racconti!

E la formulazione della frase? Nell’originale greco dei Vangeli, non venivano usati dei simboli per le citazioni come facciamo noi oggi per indicare il discorso indiretto. L’intenzione degli autori dei Vangeli era quella di fare una citazione di un discorso indiretto, e ciò potrebbe aver causato queste piccole differenze nei passaggi.

Ecco un altro esempio di un’apparente contraddizione: Gesù rimase tre o due notti nel suo sepolcro prima di resuscitare? Prima di essere crocifisso, Gesù disse che “[…] Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo sarà nel cuore e nella terra tre giorni e tre notti” (Matteo 12:40). Marco riporta un’altra affermazione fatta da Gesù: “Noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà dato nelle mani dei capi e dei sacerdoti e degli scribi. Essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, i quali lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni egli resusciterà” (Marco 10:33,34).

Gesù fu ucciso di venerdì, e la sua resurrezione fu scoperta di domenica. Ma come fanno ad essere tre giorni e tre notti? Contare ogni parte del giorno e della notte come se fossero un giorno o una notte intera faceva parte del modo di parlare dei giudei ai tempi di Gesù. Quindi venerdì, sabato, e domenica, sarebbero stati considerati come tre giorni e tre notti nella cultura di Gesù. Anche noi parliamo in un modo simile, infatti se qualcuno dovesse dire “ho passato tutta la giornata a fare shopping” capiremmo che sicuramente non intendeva 24 ore.

Sono cose tipiche di ogni possibile contraddizione che possiamo trovare nel Nuovo Testamento. La gran parte può essere risolta esaminando da vicino il testo stesso, o studiando il contesto storico.

Come sono stati scelti i libri del Nuovo Testamento? E perché il vangelo di Giuda, di Tommaso, e i vangeli apocrifi non ne fanno parte?

Ci sono solide ragioni per cui dovremmo accettare la lista di Vangeli in nostro possesso. La Chiesa accettò i libri del Nuovo Testamento quasi subito dopo la loro scrittura. Gli autori erano amici di Gesù o suoi seguaci, uomini ai quali Gesù aveva affidato la guida della Chiesa alle sue origini. Gli apostoli Matteo e Giovanni erano tra i seguaci più vicini a Gesù. Marco e Luca erano amici stretti degli apostoli, ed avevano accesso ai loro racconti sulla vita di Gesù.

Anche gli altri autori del Nuovo Testamento erano molto vicini a Gesù: Giacomo e Giuda erano fratellastri di Gesù, ed inizialmente non gli credettero. Pietro era uno dei 12 Apostoli. Paolo era inizialmente un forte oppositore del Cristianesimo e membro della classe religiosa dominante, ma finì col diventare un appassionato seguace di Gesù, fortemente convinto della sua resurrezione.

I racconti nei libri del Nuovo Testamento sono in linea con ciò che migliaia di testimoni oculari hanno visto coi loro occhi. Quando, secoli più tardi, vennero scritti altri libri, non fu difficile per la Chiesa riconoscerli come falsi.
Ad esempio, il Vangelo di Giuda fu scritto da una setta Gnostica intorno al 130-170 D. C., molto dopo la morte di Giuda. Il Vangelo di Tommaso, scritto intorno al 140 D. C., è un altro esempio di testo contraffatto portante il nome di uno degli Apostoli.
Questi ed altri Vangeli Gnostici erano in conflitto con gli insegnamenti di Gesù fino ad allora conosciuti e col Vecchio Testamento, e spesso contenevano vari errori storici e geografici11.

Nel 367 D. C., Atanasio di Alessandria stese in maniera ufficiale l’elenco dei 27 libri del Nuovo Testamento (gli stessi che abbiamo noi oggi). Negli anni seguenti, San Girolamo e Sant’Agostino fecero circolare la stessa lista.
Per la gran parte dei Cristiani, comunque, tali liste non erano necessarie, in quanto la Chiesa aveva, in larga parte, autorizzato ed utilizzato la stessa lista di libri sin dal primo secolo dopo Cristo.
Più in là, la Chiesa iniziò ad espandersi anche oltre i confini delle regioni di lingua greca, e nacque quindi il bisogno di tradurre i testi sacri. Inoltre, iniziarono a girare sempre più versioni dei testi sacri ad opera delle sette scissioniste. Per queste due ragioni, avere una lista definitiva diventò sempre più importante.

Perché ci vollero dai 30 ai 60 anni per scrivere i Vangeli del Nuovo Testamento?

La ragione principale per la quale i Vangeli non furono scritti subito dopo la morte e resurrezione di Gesù è molto semplice: inizialmente, non c’era nessun bisogno apparente di tali scritture. La vita di Gesù veniva tramandata a Gerusalemme per via orale, e non c’era nessun bisogno di scriverla, dato che coloro che la tramandavano e che vivevano nella zona di Gerusalemme ne erano stati testimoni oculari, ed erano quindi a conoscenza del suo ministero12.

Comunque, quando i racconti sulla vita di Gesù varcarono i confini di Gerusalemme e i testimoni oculari non erano più prontamente accessibili, nacque il bisogno di mettere tutto per iscritto per educare la gente riguardo la parola di Gesù e la sua vita: molti studiosi fanno risalire la scrittura dei Vangeli a 30-60 anni dopo la morte di Gesù.

Luca ci racconta, all’inizio del suo Vangelo, il perché della decisione di scriverne uno: “Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo […]13”.

Hai mai letto qualcosa dal Nuovo Testamento? Clicca qui per un assaggio dal Vangelo di Giovanni.

Se vuoi saperne di più su Gesù, leggi questo articolo per una buona sintesi della sua vita: Oltre la fede cieca

Importa se Gesù ha davvero detto o fatto ciò che ci raccontano i Vangeli?

Ovviamente sì. Per far sì che la fede abbia un valore, c’è bisogno che questa sia fondata sui fatti, sulla realtà. Ecco perché: se dovessi salire su un aereo per Londra, sicuramente avresti fede nel fatto che l’aereo ha fatto il carico di carburante e che è meccanicamente affidabile, che il pilota sia allenato, e che non ci siano terroristi a bordo. Non sarà grazie alla tua fede, comunque, che tu atterrerai a Londra. La tua fede ha fatto sì che tu salissi sull’aereo, ma ciò che ti ha fatto atterrare a Londra è stata l’integrità dell’aereo, l’affidabilità del pilota, e così via. Potresti anche affidarti alle tue esperienze con voli precedenti, ma, da sole, queste non sono abbastanza per far arrivare l’aereo a Londra. Ciò che importa è l’oggetto della tua fede. Ma è affidabile?

Il Nuovo Testamento è un’accurata ed affidabile presentazione di Gesù? Sì! Possiamo fidarci del Nuovo Testamento perché è supportato da una nutrita serie di dati in suo favore. In questo articolo ci siamo occupati dei punti seguenti: gli storici concordano, l’archeologia concorda, i quattro Vangeli concordano tra di loro, la conservazione delle copie dei documenti è considerevole, e le traduzioni sono di qualità. Tutto ciò ci dà solide basi per credere che ciò che leggiamo oggi è ciò che gli autori scrissero e sperimentarono in origine, e di persona, in posti realmente esistiti.

Giovanni, uno degli autori, ben riassume tutto questo: “Ora Gesù fece in presenza dei {suoi} discepoli molti altri segni, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome14”.

Note a piè di pagina: (1) Strobel, Lee. The Case for Christ (Zondervan Publishing House, 1998), p. 132. (2) Il rinomato archeologo ebreo Nelson Glueck scrisse: “Si potrebbe affermare fermamente che nessuna scoperta archeologica ha mai messo in dubbio una referenza biblica.” citato in McDowell, Josh. (3) Strobel, Lee. The Case for Christ (Zondervan Publishing House, 1998), p. 143-144. (4) Geisler, Norman L. Baker Encyclopedia of Christian Apologetics (Grand Rapids: Baker, 1998). (5) McDowell, Josh. Evidence That Demands a Verdict (1972), p. 19. (6) McDowell, Josh. The New Evidence that Demands a Verdict (Thomas Nelson Publishers, 1999), p. 55. (7) Tacito, Annales 15.44. (8) Wilkins, Michael J. & Moreland, J.P. Jesus Under Fire (Zondervan Publishing House, 1995), p. 40. (9) Ibid. (10) Ndt (11) Bruce, F.F. The Books and the Parchments: How We Got Our English Bible (Fleming H. Revell Co., 1950), p. 113. (12) Atti 2:22, 3:13, 4:13, 5:30, 5:42, 6:14, ecc. (13) Luca 1:1-3 (14) Giovanni 20:30,31